Ma tu cos'è che fai?

Quest'estate, sul mare, mia figlia ed io costruivamo un castello. Era partito come un castello di principesse, ma strada facendo è diventato l’antro del drago nelle viscere del castello di Camelot, dove Merlino e l’Ultimo Drago si incontrano, e parlano.

 

È un luogo dal quale Merlino si sente chiamato, ci entra con paura anche se (e forse proprio perché) non può farne a meno, e poi piano piano impara a conoscerne le regole e i tesori.

 

Impara che bisogna avvicinarsi con rispetto e grande sincerità, e che il Drago risponde sempre, anche se non sempre ciò che dice gli piace, e che quando chiede aiuto dal profondo del cuore lo riceve. Ma dev’essere disposto a dare qualcosa in cambio.

Inutile dire che la trasformazione del castello è stata divertente, entusiasmante, travagliata, complessa. Un vero viaggio.

 

E in questo viaggio ci siamo confrontate ed esplorate, grazie al lavoro che le mani facevano, alla sabbia che prendeva forma, all’acqua che arrivando improvvisa scavava tunnel imprevisti e faceva magari crollare un pezzo a lungo lavorato, aprendo allo stesso tempo una diversa prospettiva.

 

Alla fine serviva un punto dove Merlino potesse mettersi per parlare con il drago. Su questo mia figlia è stata molto chiara: "deve stare all’altezza degli occhi, così si vedono e parlano e si capiscono".

In quel momento, mentre insieme costruivamo una scala che permettesse a Merlino di scendere nell’antro e di trovarsi all’altezza degli occhi del Drago rimanendo comunque al sicuro e con un buon appoggio, (se è stanco si deve sedere mamma!) mi sono resa conto che tutto quel lavoro era stata allo stesso tempo una meravigliosa e profonda sessione per entrambe, e una perfetta metafora del lavoro che offro a chi si rivolge a me.

 

 

Non ho mai saputo davvero spiegare il lavoro che faccio e mi trovo scomoda ad usare nomi o definizioni comuni.

Faccio tante cose diverse, da sempre. Esplorando questo sito ne puoi scoprire parecchie.

 

Oggi forse risponderei così: propongo viaggi, esploro mondi, aiuto a costruire castelli. In aria e in terra.

 

Ma sono anche curiosa di sapere tu cosa ne pensi, cosa hai trovato  o trovi lavorando con me. Scrivimelo se ti va, mi aiuterà forse a definire il filo che le unisce e forse a saper rispondere finalmente a questa difficile domanda: "Ma tu cos'è che fai?!?"

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Commenti: 4
  • #1

    Concetta (domenica, 16 gennaio 2022 19:33)

    Anch'io, nel lavoro con te, ho trovato il viaggio. Durante il viaggio ho lasciato andare paure, maschere, credenze e tanto altro. Erano tutte zavorre che mi tenevano ferma e immobile. Il viaggio continua ma ora posso scegliere io la velocità e posso correre e volare. Ti ringrazio con tutto il cuore �

  • #2

    Sabina (domenica, 16 gennaio 2022 22:28)

    Poter parlare senza parole, stare nello spazio in cui la notte lascia posto al giorno, ma non è l alba, sentire le due facce della stessa medaglia farle vivere e poi sceglierti ancora, e poter parlare e scrivere così! E poi....? Ecco io sento di fare questo con te ❤️�❤️

  • #3

    Valeria (lunedì, 17 gennaio 2022 07:29)

    Sei stata la guida preziosa che mi ha accompagnato nel viaggio verso la mia parte oscura. Non sono imprese da poter fare in solitaria. Ed il rispetto e la tua mano che a volte mi teneva forte ed poi mi lasciava dolcemente ma sempre vigile affinché non perdessi la strada è stata una guida fondamentale. Grazie

  • #4

    Elisa Bertero (lunedì, 17 gennaio 2022 11:56)

    Sei stata quel Drago nei cui occhi ho guardato uno specchio. E nello specchio una verità a volte spigolosa alla quale sto imparando a mettere qualche imbottitura (anche carnosa, purtroppo ��). Tu mi accompagni a scoprire i miei lati bui, chiedendomi di essere io a tenere la lanterna, ma sempre pronta ad accendere la tua torcia se vedi che mi sto perdendo.