Io sono la Luna, dappertutto e in nessun luogo. Non cercarmi al di fuori; abito nella tua stessa vita.
Ognuno ti chiama verso di sé; io ti invito solo dentro te stesso.
La poesia è la barca e il suo significato è il mare.Vieni a bordo, subito! Lascia che io conduca questa barca! RUMI
Non possiamo far fiorire la nostra vita se non impariamo a calmare la nostra mente. E a non crederle sempre.
È necessario liberare spazio tra i pensieri per regalarci momenti di sollievo e silenzio in cui riposare, e in cui ascoltare anche la nostra parte saggia e intuitiva, che non grida mai ma che di solito finisce sommersa dalla fretta, dall'ansia, dalla paura.
Ho scoperto la mindfulness circa ventotto anni fa, ed è stata una scoperta che mi ha cambiato la vita.
Studiavo psicologia e filosofia, e mi stavo formando come counselor oltre a fare mille formazioni diverse nel campo del benessere e della salute naturale, ma quello che studiavo non sembrava davvero efficace in modo ripetibile. Mi sembrava utile per capire quello che ci succede, ma non per cambiare qualcosa.
Frequentavo anche ritiri di meditazione da qualche anno, perché ero ansiosa di fare le scelte giuste per la mia vita, di sentirmi accettata e amata anziché sempre sbagliata, tutto quel casino che forse conosci anche tu.
I miei pensieri facevano un rumore così assordante che sentivo poco altro, ma credevo fosse normale, anzi, mi sembrava di dovermi sforzare di pensare di più e meglio! Credevo che se mi fossi impegnata di più a pensare sarei finalmente riuscita a risolvere quel gigantesco punto di domanda che la vita mi sembrava.
Ero totalmente calata dentro il mio chiacchiericcio mentale, e convinta che fosse lì che dovevo trovare le soluzioni, quelle giuste appunto.
Non avevo idea che quello invece fosse il problema, e che non ci fosse nessuna soluzione in quel sistema, ma solo la fabbrica dello stress senza tregua, dell'ansia e dell'inadeguatezza.
Nei ritiri di meditazione mi impegnavo, e facevo bellissime esperienze, ma poi tornata a casa non sapevo come utilizzare le scoperte che facevo, come portare nel quotidiano gli attimi di bellezza che iniziavo a scoprire. Appena a casa il frastuono ripartiva, proprio quando mi sforzavo di farlo durare!
Il primo libro che lessi di Jon Kabat-Zinn fu una rivelazione: "quando non siamo presenti a noi stessi ci comportiamo come dei robot nel nostro modo di vedere, pensare, agire: siamo automatici, disconnessi, e spesso sofferenti, e questa modalità abituale ci sembra la normalità."
Certo che è la normalità, pensai! Come altro dovrebbe essere?!?
Anche Osho e molti Maestri dicevano la stessa cosa, ma che fosse un neuroscienziato a documentare tutto questo, e ad offrire soluzioni, fu importante. Mi offrì finalmente il trait-d'union tra la mia parte spirituale e quella scientifica, tra la formazione accademica e quella personale.
"Pensiamo ininterrottamente e ci identifichiamo con quello che pensiamo. Ma il 97% dei pensieri che pensiamo è identico al giorno prima" dice Kabat Zinn.
... il 97%... scoprendo questo mi prese una vertigine! Se è uguale al giorno prima, e al giorno prima, e al giorno prima ancora, dove si arriva?!? Di chi sono quelli che considero i miei pensieri? A chi appartengono in realtà???
In questo viaggio ho scoperto che i pensieri sono come un fiume in piena, ci travolgono e ci trascinano via, portandoci spesso lontano da dove vogliamo andare in una catena apparentemente inarrestabile di reazioni e giudizi. Ho capito che raramente siamo coscienti della direzione che stiamo dando alla nostra vita, e viviamo sentendoci vittime di ciò che ci accade.
Mindfulness, dice Jon Kabat-Zinn, significa svincolarsi dalla corrente, sedere sulla sponda, ascoltarla, trarne insegnamento e poi sfruttarne le energie per farci guidare anziché dominare.
E la chiave per fare questo è radicarsi nel presente, lasciare che i pensieri riguardo il passato e il futuro, le preoccupazioni, le ansie, le insicurezze, finalmente tacciano, per lasciare posto a quello che accade qui e ora, momento dopo momento, comunque sia.
Questo "comunque sia" mi ha richiesto un lungo lungo processo di digestione. Ok, sono pronta ad essere presente nei momenti belli, o almeno piacevoli o comodi, ma in quelli scomodi come si fa!
Come faccio a non voler scappare dal dolore, dalla scomodità, dalla paura e da tutte le emozioni fastidiose?!? A non volerle scacciare?!?
Ci ho messo tempo, ma poi mi sono resa conto che quando accetto ciò che accade, comunque sia, qualcosa dentro di me si apre, si rilassa, si ammorbidisce e sto bene, posso accettare. E allora il paradosso miracoloso accade, quelle emozioni smettono di essere fastidiose e scopro che portano doni, anche loro.
Ho realizzato che la capacità di vivere sempre più profondamente il presente era qualcosa che valeva la pena di coltivare, e che tutto quel mio essere in affanno per un motivo o per l'altro, per compiacere e aiutare, programmare ed evitare non funzionava. Che volevo imparare sempre più a calmare la mia mente e guidarla, utilizzarla come quello strumento incredibile che è anziché esserne schiava.
Non volevo più essere trascinata via dai miei pensieri e reagire automaticamente. E che volevo condividere tutto questo con più persone possibile!
Così ho cominciato a coltivare la mia capacità di stare nel presente, nei mille modi che oggi propongo a chi vuol fare la stessa strada: il respiro, il rilassamento, il body scan, il movimento consapevole, la meditazione, la scrittura, la danza. Il viaggio come momento di incontro con sé.
È inutile porsi degli obiettivi, inseguire dei sogni, coltivare le proprie passioni se prima non impariamo a trovare dentro di noi un po' di calma, di stabilità e di accettazione per quello che siamo e per la nostra vita.
E questo è ciò che puoi trovare e imparare nei percorsi che propongo, nei Viaggi dell'Anima, nei gruppi e nei seminari.
Perché la Mindfulness funziona, e scoprire di non essere i soli ad avere delle difficoltà, ma sperimentare l'essere parte di una tribù di anime in viaggio aiuta e sostiene. Tanto.
Se vuoi fare un tratto di strada con noi scrivimi, sarà un viaggio su misura, per te.
Tendiamo ad essere particolarmente ignari del fatto che pensiamo virtualmente per tutto il tempo. Il flusso incessante dei pensieri che attraversano la mente ci lascia pochissimo spazio per la quiete interiore. E ci concediamo comunque pochissimo prezioso spazio semplicemente per essere, senza dover sempre correre qua e là a fare cose.
Le nostre azioni sono tutte impulsive piuttosto che intraprese con consapevolezza, sono controllate da quei pensieri e impulsi perfettamente ordinari che attraversano la mente come un fiume in piena, se non come una cascata. Veniamo presi dalla corrente che ci imprigiona e sommerge le nostre vite mentre ci trasporta in luoghi dove possiamo non voler affatto andare e senza nemmeno renderci conto di dove stiamo andando.
Meditare significa imparare come uscire da questa corrente, sedersi sulla sua riva ad ascoltarla, imparare da essa e quindi usare l’energia per guidarla piuttosto che esserne tiranneggiati. Questo processo non accade magicamente da sé. Richiede sforzo; e noi chiamiamo lo sforzo di coltivare la capacità di stare nel momento presente «pratica» o «pratica della meditazione». (J.Kabat-Zinn)
Mindfulness è piena consapevolezza, ovvero la gioia di essere completamente immersi nel momento presente. Quale che sia.
E qui comincia il difficile...
Non c’è niente di peggio che non voler essere nel posto e nel momento in cui siamo. E allo stesso tempo accettare il presente, così com'è, sembra la cosa più difficile del mondo. Quante volte ci troviamo a dire o pensare "quando questo sarà diverso / finito / risolto" allora potrò star bene, o rilassarmi o essere felice.
Sembra accettato come un fatto che il nostro benessere dipenda da ciò che c'è fuori.
Ma quando cerchiamo di estraniarci ed allontanarci da ciò che è qui e ora, ogni richiamo proveniente dalla realtà diventa un ostacolo. Tutto ciò che ci accade è percepito come fonte di disturbo, irritazione, o ansia.
Eppure le cose accadono, sempre... Quel momento magico e terrificante in cui tutto finalmente è a posto è un miraggio, ad ogni passo più lontano.
Quando siamo presenti e aperti a quello che sta succedendo, che sia un’esperienza meravigliosa o una banale passeggiata, o persino un momento sgradevole, sappiamo di essere al nostro posto e, se non opponiamo resistenza, se accettiamo di piegarci come canna al vento non rischiamo di spezzarci, per tornare in piedi non appena il vento avrà smesso di soffiare.
La pratica della Mindfulness, ovvero l'imparare ad essere presenti in modo intenzionale e non giudicante, ci insegna ad
accogliere il presente eliminando la fonte interiore della sofferenza: il giudizio, il confronto, la resistenza e la separazione.
Le tecniche e gli esercizi di controllo della mente conosciute ora nella comunità scientifica internazionale come Mindfulness Practices, Pratiche di Consapevolezza o Meditazione, sono state introdotte in occidente da almeno un secolo, ma solo da qualche anno si è sviluppato un interesse scientifico per le loro applicazioni terapeutiche e di promozione della salute e del benessere.
Sono state documentate, con metodi di neuroimaging, variazioni di funzione cerebrale in soggetti che praticano la meditazione. Questo significa, tra le altre cose, che praticare la meditazione forma ad un diverso equilibrio emotivo e psicologico, in grado di contrapporsi ai modelli ansiogeni e disturbanti diffusi dal nostro ambiente sociale.
È stato dimostrato inoltre come le tecniche di meditazione possono provocare aumento dei livelli di endorfine circolanti, ovvero di benessere, percepito sia a livello fisico che emotivo e psicologico, portando ad una sensibile diminuzione della percezione del dolore, del disagio, dello stress, di disturbi dell’attenzione e della relazione e ad una più soddisfacente gestione delle emozioni.