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Impeccabilità o precisione?

Nell'ultimo incontro di "Mindfulness e Scrittura: ri-scrivere di sé" abbiamo parlato della precisione, partendo da questo brano: 

Gli dissi che fra le tante cose per le quali le ero grato c’era l’avermi spiegato che uno dei modi per esprimere la violenza era la distruzione, ma che l’altro, più importante e per così dire virtuoso, era la precisione.” Andrea Bajani, (L’anniversario, 2024)

 

Leggere questa frase è stata una deflagrazione, e ne è nato uno scambio prezioso, sulla differenza tra precisione e impeccabilità.

 

Anche se apparentemente vicini o sinonimi, l’aggettivo impeccabile indica accuratezza e allineamento con i propri valori interni. Al contrario, preciso si riferisce più specificamente alla correttezza e alla conformità a determinati criteri o standard. 

Diciamo che l'impeccabilità è un valore etico, mentre la precisione è una valutazione morale.

 

Sentirsi precisi ha molto a che fare con il sentirsi "giusti", o a posto, laddove molto spesso la ricerca dell'impeccabilità ci mette in posizioni scomode, e ci confronta con noi stessi in modo impietoso e adulto. Spesso difficile. 

Per questo nella precisione è nascosta la violenza e l'arroganza narcisista del sentirsi depositari del modo giusto, l'unico modo giusto, e del diritto/dovere di giudicare l'aderenza alla "giustezza". Che altro non è che l'aggrapparsi ad una norma esterna, unica e definita, per paura. La componente di giudizio è chiara, e se mi connetto con questa parola, trovo dentro anche un senso di sforzo: preciso ha anche un suo contrario, impreciso, sciatto. 

Essere impeccabili implica invece un’adesione tutta interiore ai propri principi etici o spirituali. 

 

Raccolgo la cacca del cane per strada non perché "si deve", o la gente mi guarda, ma perché per me è la cosa giusta da fare, perché desidero camminare per strade pulite. E faccio la mia parte, anche se non mi va.

Mi impegno al mio massimo non perché così farò una bella figura o avrò certamente successo, ma perché fare del mio meglio è un esercizio spirituale, il mio modo di fare la mia parte. Vada come vada.

 

Impeccabile non ha un contrario. Solo io posso sapere quanto una scelta, un movimento, un pensiero o una parola mi avvicina a me stessa o me ne allontana.

Potremmo dire anche che la precisione è la versione bambina, eteroriferita, del fare del proprio meglio, mentre l'impeccabilità ne è la versione adulta, autoriferita.*

 

Nelle tradizioni filosofiche e religiose, l’impeccabilità è spesso associata alla rettitudine e a un’armonia con il divino o con la propria essenza più autentica. In un certo senso è un valore solitario, individuale. Personale.

Vuol dire pensare, parlare ed agire in armonia con la propria essenza. Scegliere fino in fondo chi vogliamo essere, ed esserlo. Senza scuse, e senza nasconderci. Togliendo il superfluo.

In questo senso, l’impeccabilità non riguarda affatto l’assenza di errori esteriori, ma un allineamento interiore con la verità, la giustizia e l’amore. 

L'impeccabilità può essere deviante rispetto alla norma sociale. 

Un esempio è anche il concetto di impeccabilità della parola nei Toltechi, come descritto da Don Miguel Ruiz, che la intende come il dire solo ciò che è in armonia con il bene e l’integrità, togliendo il resto.

Al contrario, preciso ha una connotazione tecnica e mentale e di adesione alla norma: può riferirsi alla correttezza di un’azione o di un’esecuzione senza implicare necessariamente una purezza morale o spirituale. 

Si può essere precisi nel seguire una dottrina religiosa, degli ordini anche discutibili o una disciplina spirituale, senza porsi domande, senza essere impeccabili nel cuore.

 

A proposito dell'essere impeccabili con la scelta delle parole, trovo molto calzante questo brano di Jung dal Libro Rosso:

" Una ragnatela di parole è l'inferno per chi vi resta impigliato. Sii cauto con le parole, sceglile bene, prendi parole sicure, parole prive di appigli. Non tesserle una all'altra, affinché non ne nasca una ragnatela, perché tu saresti il primo a restarvi impigliato. La parola è quel che vi è di più futile e di più potente. Nella parola confluiscono il vuoto e il pieno."Carl Gustav Jung, (Libro Rosso, 2009) 

 

Essere impeccabili con le nostre parole significa evitare di nascondere trappole emotive, ricatti e giochi di potere nelle nostre frasi e nei nostri pensieri . Vuol dire cercare la consapevolezza e la trasparenza, quando scegliamo di seguire la nostra anima fino in fondo. 

Ancora una volta togliere il superfluo, le parole di troppo.


È una posizione interiore, un modo di stare nel mondo, una cultura, per come la definisce Rostand:" La cultura non è avere un cervello pieno di date, nomi o cifre, è la qualità del giudizio, l’esigenza logica, l'appetito per la prova, la nozione della complessità delle cose e della difficoltà dei problemi. È l'abitudine al dubbio, il discernimento nella diffidenza, la modestia di opinione, la pazienza nell’ignorare, la certezza che non avremo mai tutta la verità. È avere una mente ferma senza che diventi rigida, è essere armati contro la vacuità e anche contro la falsa precisione, è rifiutare i fanatismi, persino quelli fondati sulla ragione, è diffidare dei dogmatismi ufficiali ma senza dare retta ai ciarlatani, è venerare il genio senza fare di lui un dio, è preferire sempre ciò che è a ciò che noi vorremmo che fosse".

Jean Rostand (Le Droit d'etre Naturaliste)

 

La cultura dell'impeccabilità crea spazio per la differenza, per la mia versione del mondo e della vita,  insieme con la tua, anche se diverse, in maniera anarchica, erotica, dinamica e adulta

 

Anche Calvino nelle "Lezioni americane" prova a sistemare questi concetti partendo dall'esattezza della Maat egizia, che misura il peso del cuore con una piuma, ma quasi suo malgrado finisce con l'elogio del vago, perché vago è compatibile con impeccabile, ma non con preciso...


Nello Zen, l’impeccabilità trova la sua espressione più alta e profonda, non come perfezionismo, ma presenza totale in ogni gesto, parola e pensiero

È agire senza attaccamento, con assoluta consapevolezza e armonia con il flusso della vita. L’impeccabilità si manifesta nella cura con cui si svolgono anche le azioni più semplici, come servire il tè o spazzare il pavimento, perché ogni gesto riflette lo stato interiore. 

È un processo continuo di pulizia da ciò che è superfluo, in tutti i sensi: ciò che non è necessario, o non è vero, o non è limpido.

Non significa essere privi di errori, ma vivere senza autoinganno, con rettitudine e autenticità, accettando la realtà così com’è e rispondendo con lucidità e presenza. 

Pensiamo all'ikebana, alla bellezza che scaturisce dall'essenza della pianta o del fiore...

 

E tu cosa ne pensi? 

Preciso o Impeccabile?

 

 

*Due parole su cosa si intende per eteroriferito è autoriferito:

Una persona eteroriferita basa il proprio valore, le proprie scelte e il proprio comportamento su criteri esterni, come l’opinione altrui, le aspettative sociali o le regole imposte dall’ambiente. Al contrario, una persona autoriferita trova dentro di sé il proprio punto di riferimento, seguendo i propri principi, valori e convinzioni senza dipendere dal giudizio esterno.

In ambito psicologico e spirituale, l’autoriferimento è spesso associato all’autenticità, all’autoconsapevolezza e a una guida interiore stabile, mentre l’eteroriferimento può portare a conformismo, insicurezza o dipendenza dall’approvazione altrui.

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