Se esaminiamo onestamente le nostre giornate, è molto comune passare la gran parte del tempo in modalità pilota automatico. Facciamo continuamente piani, cerchiamo di programmare il futuro e di soddisfare tutte le voci della nostra lista di cose da fare.
Lista che peraltro noi stessi abbiamo compilato, e che per qualche misterioso motivo si infittisce di giorno in giorno, finché non ci resta neanche un secondo libero per guardare il cielo, e finché anche il tempo in coda al semaforo è ottimizzato controllando la posta o fb.
Siamo costantemente occupati ad affrettarci verso il futuro, a correre verso qualche misterioso momento finalmente soddisfacente, o felice, sempre lontano da adesso, e ci perdiamo la nostra vita. L’esperienza diretta di questa vita qua. La nostra.
In questi giorni questa consapevolezza peraltro ovvia mi ha quasi colta alla sprovvista: la mia vita è proprio questa qui, questo presente fatto di lavoro, casa, famiglia, e questo non è un transito verso la destinazione finale, illuminazione o piena realizzazione che sia. È qui, è ora, è questo respiro, questa sonnolenza di oggi, il rumore delle auto che passano in lontananza, mia figlia in cucina che gioca.
Eckhart Tolle ne “Il potere di adesso” dice: ”La gran parte della gente tratta il momento presente come se fosse un ostacolo da superare. Dal momento che il momento presente è la Vita stessa, questo è un modo folle di vivere”.
E in questo momento mi accorgo di quanto sia vero anche adesso, anche per me che faccio della Presenza la chiave del mio mestiere. Questa sonnolenza che mi fa andar piano la giudico un ostacolo, così come mi giudico perché non sono di là a giocare con lei, e anche sotto sotto vorrei essere altrove per lavorare senza essere distratta dal suo orsacchiotto che ha bisogno immediato di cure perché è caduto dalla sedia.
Quante volte ci succede di dire più o meno consciamente di no al momento presente? O quante volte diciamo davvero si?
Quante volte ci succede di arrivare da qualche parte senza minimamente ricordare di aver fatto il tragitto? O di aver atteso tanto un evento di cui, appena trascorso, ci accorgiamo di non aver percepito il gusto, come se non fossimo davvero stati li, ma persi in altri pensieri, o paragoni, o giudizi?
Le nostre giornate sono piene di cose che vogliono la priorità, anche molto semplici e banali, guidare, mangiare, fare la spesa, cose che viviamo appunto come ostacoli, ma che sono la nostra vita. Il nostro presente. C’è un modo per trovare li la gioia, così da poter arrivare ad assaporare la gioia dell’Adesso?
Raccontami il tuo modo, se ti va...
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Padma (mercoledì, 30 settembre 2015 12:50)
Hai saputo esprimere un pensiero che ho spesso...
Come fare?
... a volte accade che mi ricordo.
Quindi RICORDARE... RICOMINCIARE... RI-MEMBRARE
con amorevolezza verso me stessa.
E un continuo essere presenti a quello che c'è nel momento... con attenzione ma senza sforzo...
C'è ancora un po' di "fare" oltre all' "essere"... ma va bene così. ..
Ti abbraccio
Rosa (mercoledì, 30 settembre 2015 20:38)
A causa della rottura degli occhiali che porto di solito, ho dovuto indossarne un paio vecchi di qualche anno, con una gradazione leggermente diversa.
Un lieve senso di vertigine, causato da queste lenti non più adatte a me, mi ha "costretta" a portare l'attenzione ad ogni singolo passo, ad ogni movimento del capo, alla prospettiva della strada, e a tutte quelle cose che, lontano dal presente, passano inosservate...
vedere le cose con occhi diversi insomma, incrinare anche solo leggermente le abitudini, sortisce nel mio caso l'effetto di un tuffo nel presente...
Ilaria (giovedì, 01 ottobre 2015 07:32)
Grazie Padma e Rosa.
Si, anche per me ricordare e uscire dall'abitudine funzionano sempre, mi riportano qui e soprattutto a me. Riportano lo sguardo all'interno, a quel luogo di cui spesso ho nostalgia, dove trovo la fonte della gioia....